La Storia

Messina si classifica senza dubbio tra le primissime diocesi per l’erezione del Seminario, attuando gli auspici del Concilio di Trento che chiedeva un’istituzione adeguata per la formazione dei candidati al sacerdozio.

Appena dieci anni dopo la chiusura del Concilio, l’Arcivescovo Mons. Giovanni Retana (ep. 1569-1582) si dedicò con molto impegno all’opera del Seminario, nominando il 16 novembre del 1573 una commissione di quattro Sacerdoti incaricati di procurare i fondi necessari, disponendo che venissero tassati i frutti ricavati in diocesi da mense, abbazie, priorati, benefici anche dei regolari e di patronato, esclusi gli Ordini mendicanti. Lo stesso Arcivescovo, in attesa che i fondi venissero raccolti, provvide a proprie spese all’educazione e formazione di venti adolescentes sotto la guida di appositi docenti. Purtroppo, difficoltà economiche sopravvenute costrinsero l’Arcivescovo a desistere e a devolvere momentaneamente l’insufficiente ricavato delle tassazioni a favore dei novizi della Compagnia di Gesù, già esistente a Messina. Successivamente, lo stesso Mons. Retana ricostituì una nuova commissione per la tassazione dei benefici pro nova erectione dicti Seminarii facere, anche questa volta con esito negativo.

Risulta chiaro, così, che un Seminario di chierici secondo il Concilio Tridentino fu attuato nell’Arcidiocesi, anche se per breve tempo e in forme precarie. Non sappiamo nulla dell’edificio in cui Mons. Retana sistemò gli adolescentes della prima e della seconda esperienza.

Nell’agosto del 1588, in seguito al II Sinodo diocesano, Mons. Antonio Lombardo (1585-1597) riprese il compito del Seminario e pensò di sistemare l’istituto in case in affitto, alle quali poi si aggiunse, nel 1604, una parte del Palazzo Arcivescovile nelle vicinanze di via I Settembre. Fu, però, Mons. Bonaventura Secusio (1605-1609) a dare una sede stabile al Seminario, acquistando delle case tra le strade della Zecca e della Giudecca. Ulteriori contributi furono apportati dall’Arcivescovo Pietro Ruiz (1609-1618). Il nuovo Seminario era adiacente al Palazzo Arcivescovile e dava sulla strada, nel luogo in cui sorgeva la chiesa di S. Nicolò detta appunto all’Arcivescovado. Presto, però, i locali si rivelarono inadeguati e Mons. Andrea Mastrillo (1618-1624), nel 1620, pose la prima pietra per l’erezione del grande Seminario dei chierici, sul teatro del porto. La costruzione, continuata durante il periodo dell’Arcivescovo Biagio Proto (1625-1646), fu compiuta finalmente nel 1648 dall’Arcivescovo Simone Carafa (1647-1676).

Nel 1783, un terremoto distrusse il Seminario e il nuovo Arcivescovo Nicolò Ciafaglione (1780-1786) chiese ed ottenne dal Re Ferdinando III di Sicilia di poter costruire un nuovo Seminario in via Austria (oggi via I Settembre), accanto al Palazzo Arcivescovile. La costruzione proseguì sotto Mons. Paolo Francesco Perremuto (1790-1791) ed ultimata sotto Mons. Gaetano Garrasi (1792-1817), su disegni dell’architetto messinese sac. Francesco Saverio Basile. Sul fregio del gran portone era scolpita l’iscrizione “Clericorum Institutioni”.

Il Seminario, che nel frattempo aveva ottenuto notevoli modifiche con l’erezione di un’ampia Cappella sotto l’Arcivescovo Letterio D’Arrigo Ramondini (1898-1922), subì nuovi danni durante il terremoto del 28 dicembre 1908. Per riattivarlo, l’eroico Arcivescovo mise a disposizione quel che restava del suo Palazzo Arcivescovile, ritenendo per sé poche stanze indispensabili, e costruì, con materiale fornito dal Papa Pio X (al quale, oggi, il Seminario è dedicato), dei padiglioni in legno nel cortile del Palazzo. Il Seminario cominciò a funzionare nell’anno scolastico 1909-1910.

Quando iniziarono i lavori per l’apertura della via Garibaldi e il Seminario doveva essere demolito, lo stesso Arcivescovo D’Arrigo acquistò, a proprie spese, una villa in contrada Tremonti, a Giostra. Negli ambienti della casina De Pasquale e in cinque padiglioni di legno disposti con criterio, tenendo conto del terreno a terrazzamenti e delle esigenze della vita seminaristica, fu sistemato il nuovo Seminario, che aprì le sue porte il 15 gennaio 1915. In seguito, ad esso furono aggiunti altri due padiglioni, poi trasformati in un fabbricato a mattoni.

Contemporaneamente, riprendeva la costruzione del Seminario di città, su disegno dell’ingegner Fleres, nello stesso luogo in cui sorgeva quello antico, con la facciata su via I Settembre, capace di 120 posti. Il 20 settembre del 1924 si aprì il nuovo grande Seminario in città, dominato dalla scritta in alto (visibile ancora oggi) “Clericorum Institutioni”. Ad inaugurarlo non fu Mons. D’Arrigo, che nel frattempo era morto nel dicembre 1922, ma Mons. Angelo Paino (1923-1963).

Poiché, però, in breve tempo il Seminario era diventato insufficiente, Mons. Paino acquistò ampi locali accanto al Seminario, compresi tra la costruzione nuova e via S. Filippo Bianchi, aggiungendo spazi per i chierici che, nel frattempo, andavano crescendo di numero. Quando, poi, anche questi locali furono giudicati insufficienti, si pensò al grandioso Seminario di Giostra, l’attuale, capace di ben 400 posti. Il disegno fu dell’ingegner Francesco Barbaro e l’impresa dei fratelli Giuseppe e Luigi Cardillo. Il 23 ottobre 1930 esso fu inaugurato; si ebbero così il Seminario Maggiore in città e il Seminario Minore a Giostra. A quest’ultimo, negli anni successivi, vennero aggiunti altri locali per la biblioteca e la sala delle riunioni. In questa forma, esso era il più grandioso Seminario di Sicilia e del Meridione d’Italia.

La seconda guerra mondiale fece alcuni danni all’edificio, riparati puntualmente dalla solerzia dell’Arcivescovo Paino, che contemporaneamente procedette anche all’acquisto della collina retrostante e dominante l’Istituto.

Oggi, conclusa l’esperienza del Seminario Minore, tutta la formazione dei candidati al sacerdozio ministeriale si svolge nel Seminario Arcivescovile “S. Pio X” di Giostra, che nel frattempo è diventato un notevole polo culturale e museale, grazie al patrimonio dellaBiblioteca Painiana e delle collezioni artistiche qui custodite. Per la sua capienza, la posizione cittadina e gli spazi esterni disponibili, esso ospita durante tutto l’anno le riunioni del clero diocesano e accoglie gruppi e movimenti per i loro incontri e ritiri [1].

[1] MINUTOLI Pantaleone – SEMINARIO ARCIVESCOVILE MESSINA, Vicende storiche del Seminario Arcivescovile di Messina 1573-1963, pp. 16-20.

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